[Altavilla Silentina – teatro di una delle battaglie più cruente seguite allo Sbarco Alleato del 1943. Vittima di bombardamenti che causarono oltre 80 morti]. Da qui scrivo.
Qualche sera fa sono stata invitata a relazionare ad un evento dedicato al Percorso della Memoria che gli amici del Comitato per il 70esimo dallo Sbarco Alleato hanno ideato e intorno al quale contano di coinvolgere i tanti attori del territorio che possono portare un contributo alla causa, anche in termini di piccolo-medio indotto turistico.
Doveroso è da parte mia ringraziarli nuovamente per avermi permesso di presenziare di fronte ad un pubblico d’eccezione composto dalle massime cariche della Provincia di Salerno. Dato il tema, la memoria, è un gesto che mi piace leggere — e apprezzo molto — come riconoscimento verso il lavoro che con Auriga Cilento stiamo facendo in questo senso, per ultimo con il progetto di digitalizzazione degli archivi storici iniziato ormai un anno fa.
Presentare il Percorso della Memoria legato ai Fatti del ‘43 è stata occasione per me anche di proporre una riflessione, fra le associazioni, l’amministrazione locale e i cittadini interessati, sulla chiave di utilizzo che vogliamo dare a questa e altre iniziative che si stanno sviluppando nell’ambito del recupero e valorizzazione di beni tangibili (vedi San Biagio) e intangibili (memoria). Non è un caso che le parole recupero e valorizzazione viaggino spesso insieme.
Moltissimi
sono stati i progetti presentati seguendo leLINEE DEL CUORE dunque l’analisi ha
richiesto molti mesi e un lungo iter di valutazione, che ha comportato numerosi
approfondimenti.
Entrati di diritto avendo superato i 1000 voti con il
nostro luogo, l’organo Carrelli di Vallo del Convento, abbiamo incrociato le
dita in quanto la classifica generale ci vedeva ben posizionati in relazione
alla tipologia e alla provenienza. Alla fine i progetti finanziati sono solo 23
e noi risultiamo fra gli ammessi, ma non finanziati per esaurimento fondi.
La cattiva notizia dunque è che non riceveremo il contributo, la buona è
che i numeri parlano di un gruppo che ha lavorato bene non esitando a
sacrificare serate estive per raggiungere l’obiettivo. La scelta tra l’altro
non è stata insensata in quanto fra i “finanziabili” c’è proprio un organo:
Antegnani di Brescia con ben 20254 voti.
Non perdiamoci d’animo, ma partiamo dalle 1699 firme che rimangono lì disponibili
per supportare altre iniziative finalizzate a far tornare in vita un altro
importante pezzo di storia musicale e religiosa del nostro paese dopo quello di
San Biagio.
Un grazie va ai componenti dell’Auriga Cilento di Altavilla e Albanella che hanno proposto, promosso e monitorato l'iniziativa, al Tavolo Tecnico per il Recupero del Patrimonio e, infine, ai tanti giovani che hanno portato entusiasmo e materiale importante: Oreste
Acito, Antonio Bruno, Giovanni Pacifico, Fabio Cupolo e molti altri che ci scusiamo di non nominare.
L’Auriga Cilento si unisce al coro di voci che da tempo si è sollevato contro la costruzione di un impianto a biomasse in località Sorvella Sabatella, nel comune di Capaccio. La realizzazione dell’impianto segnerebbe irrimediabilmente l’ambiente che accoglie e preserva le eccezionalità della terra cilentana. Peculiarità culturali, storiche, paesaggistiche e produttive, già spesso minate negli anni da azioni poco lungimiranti che ne hanno, talvolta, rallentato la promozione turistica.
Si temono le conseguenze dei fumi della combustione derivanti dall’impianto che dovrebbe sorgere a sette chilometri di distanza dagli scavi di Paestum, patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco, di sicuro uno dei siti più esclusivi al mondo e che nel solo 2015 ha accolto oltre 300 mila visitatori. A risentirne non sarebbe solo lo stato di conservazione del sito archeologico, ma la salubrità dell’aria per l' intera zona circostante. Rischi seri per la salute dei cittadini che, loro malgrado, si troverebbero a dover convivere con un ambiente non più sano, nonostante si stiano da tempo opponendo alla costruzione della centrale. Ma i danni ricadrebbero, inevitabilmente, anche sulla la vocazione agricola del territorio e sulla filiera bufalina,con pericoli di insidia per l’eccellenza produttiva e la circolazione dei marchi Igp e Dop, come il carciofo pestano e la mozzarella.
L’associazione Auriga Cilento, impegnata dal 2009 per lo sviluppo e la promozione del territorio, ritiene l’iniziativa inconciliabile con l’essenza dei nostri luoghi, devoti per storia, cultura e conformazione ad attività rispettose dell’ambiente e della salute del cittadino. Le nostre terre sono sinonimo di produzioni biologiche, di allevamento sostenibile e di prodotti di eccellenza che costituiscono un grande attrattore per l’economia di Capaccio e per quella dei comuni contigui o appartenenti all’area cilentana.
“All’unanimità abbiamo deciso di prendere posizione pubblica in merito alla vicenda - afferma Tiziana Rubano presidente dell’Auriga Cilento - già in passato i nostri luoghi sono stati intaccati dalla scelleratezza dell’uomo, è nostro dovere non permetterlo oltre. Come associazione ci occupiamo di valorizzazione e promozione del territorio, azioni che non possono esistere senza la difesa dello stesso. Motivo per cui l’Auriga si rende disponibile per ogni iniziativa tesa a questa finalità”.
Da oggi è possibile consultare sul portale del dott. Bruno Di Venuta, www.divenuta.it, e prossimamente sul sito del Comune di Altavilla Silentina e della Casa Editrice Palladio, il Catasto Onciario di Altavilla del Principato Citra del 1753.
Dati ed informazioni documentate e trascritte dall’amico altavillese ing. Rosario Messone nel libro “Altavilla del Principato Citra nel 1753” e rielaborate e pubblicate sul portale altavillese http://www.divenuta.it. E’ possibile, quindi, consultare anche online, le informazioni e i dati relativi ad un importante periodo storico di Altavilla.Con una modalità di ricerca molto facile ed intuitiva, con un semplice click del mouse su un cognome presente in una delle liste dei cittadini altavillesi, è possibile trovare e conoscere le proprie origini, ovvero trovare i propri avi, le loro residenze, i loro beni. Si potrà conoscere lo stato sociale altavillese, le famiglie, i mestieri, la composizione della popolazione “fotografate” nel 1753e rendersi conto di come, noi altavillesi, eravamo e di come siamo oggi.
Ogni ricerca sulla storia di una famiglia deve anche partire dal suo cognome e dall’analisi dei vari rami familiari che, anche in luoghi ed in tempi diversi, sono stati contraddistinti da quel cognome, nella sua forma originaria od in una delle sue forme alterate e derivate che si sono generate negli anni e nei secoli. Tutto ciò porta a conoscere la propria identità. Un popolo senza storia non ha identità, perde le radici, si smarrisce…
Questo mini-archivio sarà importato, nei prossimi mesi, nel progetto ADA-Archivio Digitale Altavillese, che conterrà i dati censiti dalle parrocchie altavillesi dal 1625 agli inizi del 1900 e che sarà implementato, con la supervisione dell’associazione Auriga Cilento, grazie alla disponibilità fornita da diversi giovani altavillesi. E’ da ammirare chi ha voluto condividere questa grande e preziosa iniziativa il cui unico scopo è quello di recuperare e salvaguardare la documentazione storica della nostra Comunità.
Un Grazie a Rosario per quanto ha fatto con questa nuova pubblicazione e un grazie ai tanti giovani altavillesi, che per l’amore del proprio paese hanno dato il loro consenso ed impegno personale su questa grande iniziativa.
Partecipazione ed entusiasmo per il progetto
A.D.A. Memoria Viva (Archivio Digitale Altavillese)a cura
dell’associazione Auriga Cilento presentato presso la chiesa di San
Biagio lo scorso 27 dicembre. Iniziativa di grande valore culturale che
prosegue il ciclo iniziato – grazie alla collaborazione con il Tavolo Tecnico
per il Recupero del Patrimonio – con la riapertura della chiesa anzidetta nel
dicembre 2012, il restauro dell’organo Carrelli di Vallo e una serie di altre
azioni tese alla valorizzazione del territorio come la realizzazione di
audioguide per fruire della bellezza dei tesori locali.
Ora un nuovo grande obiettivo per l’Auriga
e chiunque si vorrà unire. Già molti i giovani che si sono avvicinati con l’intenzione
di mettere al servizio le loro preziose competenze e ottenerne in
cambio la possibilità di lavorare concretamente per la restituzione alla
comunità di un bene di inestimabile valore.
Il Catasto Onciario del 1753
Il progetto non a caso è stato presentato
in concomitanza con un’altra importante restituzione alla comunità ottenuta
grazie all’impegno dell’ingegner Rosario Messoneche, con una
dettagliata ricerca e la conseguente trascrizione delle informazioni rinvenute
nel Catasto Onciario del 1753,ha permesso di ridare vita ad
antiche famiglie altavillesi ed avere informazioni circa l’intera
collettività del periodo. I due lavori sono strettamente collegati perché i dati
andranno a confluire in un’unica piattaforma ideata dall’informatico dott.
Bruno Di Venuta e dall’ing. Fabio Sacco che permetterà di avere una situazione
estremamente precisa di uno spaccato di tempo.
I libri che resistono alla prova del tempo sono soliti resistere alla prova
del tatto: chi tocca questi libri, lo disse già il poeta, tocca un uomo (Manuel
Neila).
L'Archivio Storico Cartaceo.
Per capire l’importanza dell’Archivio
Storico Altavillese che il team coordinato da Tiziana Rubano, presidente
dell’Auriga, ha iniziato a digitalizzare va sottolineato che questo
comprende i registri dei battesimi, cresime, matrimoni, stato d’anime, defunti
a partire dal 1600 di tutte le chiese del paese – San Biagio, Sant’Antonino,
Sant’Egidio, Convento – e volumi che racchiudono la storia delle chiese stesse,
dei lavori e dei fatti legati ad esse, oltre che le cronache redatte dai monaci le
quali permettono di ricostruire la vita politica e momenti storici
particolari.
È d’obbligo ricordare che tempo addietro l’Archivio
è tornato un bene pubblico ubicato presso il Convento dei Padri Vocazionisti grazie
all’impegno dello storico dell’arte Nadia Parlante in quanto per un
lungo periodo esso fu conservato in una casa privata. Il lavoro di recupero –
al quale partecipò il parroco di allora - non fu semplice in quanto a distanza
di anni dalla morte di chi se ne era preso cura la memoria locale ne aveva
perso le tracce.
Nei mesi scorsi una prima importante
azione di salvaguardia è stata effettuato traslocando i registri dal piano
terreno al primo piano del Convento in una stanza apposita trattata
adeguatamente e accessibile solo su richiesta al volontario Luigi
Tierno indicato dal parroco Padre Costantino come archivista e responsabile per
il grande apporto che sta dando all’iniziativa.
Progetto ADA. Digitalizzazione, la memoria al futuro.
L’impresa più grande però risiede proprio
nella digitalizzazione di tutti i documenti che si sta compiendo, per
fermarli nel tempo e renderli fruibili a chiunque. Un progetto ambizioso
che l’Auriga ha ideato nel 2009 all’indomani della sua costituzione e
presentato in diverse sedi istituzionali. Non trovando interlocutori sensibili
il gruppo, forte delle sue competenze interne (informatici,
storici dell’arte e esperti in beni culturali), ha deciso comunque di far leva
sul proprio senso di responsabilità e partire in maniera indipendente,
autofinanziata e autogestita. Parallelamente si stanno chiudendo
convenzioni con Università per richiedere stagisti e tirocinanti e individuando
canali percorribili atti ad ottenere finanziamenti di supporto rispettosi di un
lavoro di tale portata.
In sintesi quando la piattaforma ADA sarà
completata chiunque potrà risalire ai propri antenati digitando il nome della
famiglia, consultare i documenti originali in formato digitale, intrecciare
dati per risalire a legami familiari, individuare online l’ubicazione del
registro cartaceo, prenotare una visita presso il Convento.
Per maggiori informazioni e per aderire al
progetto in qualsiasi forma l’indirizzo mail di riferimento è aurigacilento@gmail.com mentre
il numero di telefono 347/77.87.155
Un piccolo aiuto è un grande aiuto.
Guarda l'intervista a Bruno Di Venuta per saperne di più!