Mini-tour 2021 Sbarco 1943

Gentile visitatore,
in questa pagina troverai informazioni e approfondimenti sui luoghi e sugli avvenimenti protagonisti del mini-tour organizzato per il 19 agosto 2021 dall'associazione "L'Auriga Cilento" nei luoghi dello sbarco del 1943.

Indice degli argomenti:

 

Introduzione

Contesto storico

Prima di iniziare il nostro tour è importante inquadrare bene il contesto storico in cui si svolsero gli avvenimenti di quel settembre 1943.

Mussolini era stato deposto da poco, dalla seduta del Gran consiglio del Fascismo, il 25 luglio 1943. Quel giorno il re Vittorio Emanuele III aveva nominato capo del Governo il maresciallo Pietro Badoglio, ex capo di Stato maggiore: fu lui ad autorizzare la resa. Il 3 settembre 1943 fu siglato segretamente l'armistizio di Cassibile tra il generale Castellano, incaricato da Badoglio, e dal generale Walter Bedell Smith, a nome di Eisenhower (che nel 1953 sarebbe diventato il 34° presidente degli Stati Uniti).

L’armistizio fu reso pubblico soltanto 5 giorni dopo. La situazione militare era disastrosa. Dopo lo sbarco in Sicilia, il 10 luglio, il Governo italiano aveva perso tempo prezioso nel tentativo di evitare una resa senza condizioni. Ma non ci riuscì.

Perdurando l'incertezza da parte italiana, gli Alleati decisero di annunciare autonomamente l'avvenuto armistizio: l'8 settembre, alle 18:30 italiane, il generale Dwight Eisenhower lesse il proclama ai microfoni di Radio Algeri:

«Questo è il generale Dwight D. Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate.

Il Governo italiano ha ceduto le sue forze armate incondizionatamente. Come comandante in capo alleato, ho concesso un armistizio militare, i cui termini sono stati approvati dai governi del Regno Unito, degli Stati Uniti e dell'Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Quindi agisco nell'interesse delle Nazioni Unite.

Il Governo italiano si è impegnato a rispettare questi termini senza riserve. L'armistizio è stato firmato dal mio rappresentante e dal rappresentante del maresciallo Badoglio e diventa effettivo in questo istante.

Le ostilità tra le forze armate delle Nazioni Unite e quelle italiane cessano immediatamente. Tutti gli italiani che ora agiscono per aiutare a espellere l'aggressore tedesco dal suolo italiano avranno l'assistenza e il sostegno delle Nazioni Unite.»

Poco più di un’ora dopo, alle 19:42, Badoglio lesse ai microfoni dell’Eiar (antesignana della Rai) il suo proclama:

«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.»

Queste ultime due frasi spiegano la confusione e lo sbandamento che investirono i soldati italiani che, all’improvviso, si trovarono nella condizione di non sapere più chi erano i nemici e chi gli alleati. Di contro, a poche ore dallo sbarco sulle coste di Salerno, i soldati americani erano ottimisti, convinti di trovare scarsa ostilità da parte del nemico tedesco e una popolazione finalmente amica.


Con queste premesse iniziava l’operazione che il Comando Alleato aveva definito Operation Avalanche.
Lo sbarco prevedeva l'utilizzo di circa 125.000 uomini per far fronte a una stima di circa 9.000 soldati tedeschi a difesa delle coste salernitane, diventati in seguito 39.000 più altri 60.000 unità di rinforzo a disposizione del comando germanico.

I primi militari Alleati misero piede sulle spiagge salernitane alle ore 3:30 circa del 9 settembre 1943. Il rumore delle deflagrazioni rimbombava e la luce dei proiettili traccianti della contraerea alleata, che cercava di contrastare l’avvicinamento degli aerei tedeschi alla flotta anglo-americana, illuminava a giorno la Piana. Dalle colline che si affacciavano sul mare era ben visibile l’imponenza dell’operazione militare che stava per iniziare, la più grande mai vista fino al quel momento. Record che fu superato solo qualche mese dopo dallo sbarco in Normandia.


Dopo aver consolidato la testa di ponte intorno a Paestum ed essersi assicurato il controllo di Monte Soprano, il generale Dawley ordinò alla 36° divisione di fanteria americana del generale Walker di ampliare il perimetro a est, verso Albanella e Altavilla.

Nonostante le difese tedesche, già alle 20.00 del 10 settembre il 3° Battaglione del 142° Reggimento occupò Albanella. Parallelamente a questa avanzata, il 1° Battaglione mosse a nord-est del fianco sinistro del Reggimento verso Altavilla e al tramonto giungeva alle pendici della collina sulla quale sorge, immediatamente sotto Quota 424. La conquista di quest’ultima rappresentava il vero obiettivo del 142° Reggimento, così da poter poi assicurarsi i rilievi non lontani da Roccadaspide.


Ore 16:00 - Castello di Altavilla Silentina

Gli eroi e le vittime innocenti

La prima tappa è dedicata agli eroi e alle vittime innocenti dello sbarco.

La popolazione di Altavilla Silentina pagò un prezzo carissimo: ben 74 vittime tra la popolazione civile

Buona parte di queste (50 persone) morirono nel pomeriggio del 16 settembre 1943 sotto le macerie delle abitazioni delle famiglie Mordente, Scultora-Peduto, Nigro e Iannicelli-Netti (tra i rioni di Porta Carina e il Muraglione) che furono completamente rase al suolo dai cannoni della corazzata britannica Warspite che, in poche ore, rovesciarono su Altavilla tonnellate di esplosivo. Ironia della sorte, poche ore dopo il cannoneggiamento di Altavilla, la stessa nave veniva centrata da una bomba planante e fu costretta a ripiegare verso Malta a causa dei seri danni riportati al locale caldaie. Lo scopo del bombardamento navale, nei programmi alleati, era quello di facilitare l'attacco del 504° Reggimento paracadutisti americano per cercare di riconquistare Altavilla dopo che i tedeschi, per ben due volte, nei giorni precedenti, avevano riconquistato il paese.

Il supporto navale fu chiesto dal comandante della Compagnia A del 504° Reggimento Paracadutisti che era rimasto solo con i suoi uomini a contrastare l'ennesimo contrattacco tedesco sotto un intenso fuoco di artiglieria. La probabilità di colpire anche le proprie truppe era altissima ma il comandante di Compagnia disse che avrebbe accettato il rischio e il comandante di Battaglione acconsentì.

17 persone morirono per ferite di arma da fuoco, soprattutto nei giorni tra l'11 e il 17 settembre, nel periodo in cui le forze contrapposte si contesero il paese con combattimenti ravvicinati corpo a corpo che ovviamente coinvolsero anche la popolazione civile.

7 persone caddero per cause non direttamente connesse ai combattimenti, in momenti successivi allo scontro, per incidenti con armi abbandonate sul terreno dai belligeranti o per scoppio di proiettili inesplosi.

Per questo sacrificio di vite umane, Altavilla Silentina ha ricevuto la Medaglia d'Argento al valore civile, conferita dal Presidente della Repubblica l'8 novembre 2004.

L'elenco completo dei nomi delle vittime civili e le loro cause di morte è stato riportato da Paolo Tesauro Olivieri nel volume "Settembre 1943. La tragedia dei Comuni della valle del Sele". 


Per quanto riguarda le vittime militari, in tutta la campagna di sbarco sulle coste del salernitano, gli Alleati hanno perso 12.560 uomini tra morti, feriti e prigionieri. Un tributo enorme, soprattutto in considerazione del fatto che si riteneva che, all'indomani dell'armistizio, la resistenza tedesca sarebbe rapidamente crollata.

I tedeschi, invece, si dimostrarono un avversario determinato e risoluto, pur non avendo o quasi appoggio aereo e dovendo sostenere la potenza di fuoco di una numerosa flotta e di una formidabile forza aerea. Grazie soprattutto alla strategia difensiva fatta di rapide azioni di contrasto dinamico, manovre di ripiegamento e successive infiltrazioni tra le linee nemiche, si stima che l'esercito tedesco contò tra 3.500 e 4.000 perdite.

In termini prettamente numerici i tedeschi ne erano usciti bene. I due contendenti si erano battuti allo stremo. Non ci fu un chiaro vincitore (Eric Morris addirittura sottotitolò il suo libro "A military fiasco"): i successi ottenuti a livello tattico dai tedeschi furono controbilanciati dai risultati ottenuti sul piano strategico dagli Alleati, a cominciare dal fatto che le loro armate avevano ormai messo saldamente piede sulla penisola.

Chi ha sicuramente perso è stata la popolazione locale che, inerme, ha subito bombardamenti e devastazioni di ogni tipo a cui sono seguiti anni di povertà e orgogliosa ricostruzione.



- CHARLES "COMMANDO" KELLY

Una persona che deve la sua fortuna ad Altavilla è sicuramente il sergente Charles “Commando” Kelly, sergente del 143° Reggimento (36a Divisione).

Nato nel 1920 a Pittsburgh, arrivò ad Italia al seguito delle truppe statunitensi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sbarcò sulle spiagge di Paestum nel settembre 1943 e, qualche giorno dopo, si rese protagonista di un episodio che gli valse la più alta onorificenza militare degli USA.

Il 13 settembre 1943 aveva preso posizione nei pressi del Castello di Altavilla per coprire la ritirata di alcune centinaia di suoi commilitoni, impedendo ai tedeschi di inseguire la sua Compagnia. Per tutta la notte difese la postazione e la lasciò solo quando tutte le operazioni di evacuazione furono concluse.

Dal balcone in foto Kelly lanciava colpi di mortaio sui tedeschi. I muri scheggiati dai proiettili segnano i tentativi del nemico di prenderlo.

Per questa azione, nel febbraio del 1944, il Generale Clark gli appuntò personalmente la Medaglia D’Onore.

La sua città natale lo accolse come un eroe: https://www.youtube.com/watch?v=UyzVmkmuNdM.

Nonostante la fama, il successo ed i soldi guadagnati con i diritti della sua storia, il resto della sua vita su costellata da vari episodi sfortunati, tra matrimoni falliti e difficoltà economiche. Nel 1957 rilasciò una toccante intervista in cui descriveva le sue sfortunate vicende e come fosse stato abbandonato dalla sua famiglia, dagli amici e dalla patria. (non vi impressionate per la pubblicità delle sigarette, all’epoca si usava così): 

https://hrc.contentdm.oclc.org/digital/collection/p15878coll90/id/15

Charles “Commando” Kelly, la prima Medal Of Honor del teatro di guerra europeo, morì in solitudine nel 1984.

Le sue memorie di guerra furono pubblicate nel 1944 nel libro dal titolo altisonante: “One man’s war”. In foto travate la copertina dell’edizione originale americana.

Per approfondire:

http://www.texasmilitaryforcesmuseum.org/36division/archives/salerno/heroes.htm?fbclid=IwAR1ThgYtWoJnC0KgQIFZsH-Eb8ihVg2uioDyElnYiIzN1DyuYvjMTRHlm_4


- WILLIAM A. CRAWFORD

Il soldato William A. Crawford, un ricognitore della I Compagnia del 142° Reggimento (36a Divisione), ottenne il riconoscimento attaccando, il 13 settembre 1943, tre postazioni di mitragliatrici scavate su terrazze di fronte alla sua compagnia ad Altavilla. Strisciando abbastanza vicino alle prime due per lanciare granate a mano agli equipaggi, uccise i mitraglieri e distrusse le loro armi. Alla terza postazione, la granata di Crawford si rivelò fatale solo per uno, ma abbatté gli altri mentre tentavano la fuga. 

Poco dopo, a causa della successiva controffensiva tedesca, Crawford fu fatto prigioniero, deportato in Germania e considerato morto fino alla sua liberazione avvenuta nella primavera del 1945. Per questo motivo fu insignito "postumo" della Medal Of Honor il 26 febbraio 1944.

Nel 1984 il Presidente Reagan gli consegnò di nuovo, questa volta personalmente, la medaglia.

Crawford si spense, nel 1999, all'età di 81 anni a Palmer Lake (Colorado). Alla notizia della sua morte il Governatore diede disposizione che tutte le bandiere del Colorado fossero abbassate in segno di lutto.


Per approfondire:

https://www.youtube.com/watch?v=uX729a2YV0o


ARNOLD J. BJORKLUND

Il tenente Arnold J. Bjorklund, capo plotone del 142° Reggimento (36a Divisione), ha meritato la più alta onorificenza degli USA guidando, il 13 settembre 1943, i suoi uomini sulle pendici di quota 424 e abbattendo due nidi di mitragliatrici e una postazione di mortaio, uccidendo tutti i membri dei loro equipaggi con solo tre bombe a mano.

Gravemente ferito durante l'azione, tornò negli Stati Uniti e ricevette la sua Medal Of Honor dal presidente Roosevelt alla Casa Bianca. Fu il primo soldato di Fanteria a essere insignito di questa onorificenza statunitense.

Dopo la guerra si dedicò alla famiglia e al lavoro, diventando prima direttore poi dirigente di fabbrica. Morì nei pressi di Washington nel 1979.

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Ore 17:00 - Quota 424 ad Altavilla Silentina

La battaglia per Altavilla

Il possesso di Quota 424 era considerato determinante da entrambi gli schieramenti. Quindi la chiave per il controllo della zona non era il possesso del paese di Altavilla ma della sommità della collina.

Per i tedeschi era importantissimo mantenere salde le posizioni difensive, soprattutto un punto così importante da cui era possibile controllare tutta la valle del Sele e le spiagge di Paestum.

Per gli Alleati era necessario impedire alle truppe tedesche (Panzer Korps) di inviare rinforzi alla 16a Panzer-Division nella zona di Battipaglia. Questo sarebbe stato possibile solo con il completo controllo delle rive del fiume Calore e delle alture che ne dominavano il corso belle vicinanze di Altavilla.

I tedeschi avevano un notevole vantaggio: conoscevano benissimo il territorio. Già prima dell'inizio del conflitto, la piana del Sele, Persano e Altavilla erano stati terreno di esercitazione delle truppe germaniche. Altavilla, in particolare, era stata sede di una scuola di tiro mortai. 

In quei giorni, il paese era occupato dal II/Panzergrenadier-Regiment 15 (II/PR-15) agli ordini del colonnello Ulich

Questo sarebbe stato lo scenario di una delle battaglie più aspramente combattute della campagna, il cui esito sarebbe rimasto in forse fino all'ultimo.

Dopo aver consolidato la testa di ponte intorno a Paestum, il generale Dawley ordinò alla 36a divisione di fanteria statunitense del generale Walker di ampliare il perimetro a est, verso i paesi di Albanella e Altavilla arroccati in collina.

Nei combattimenti che ne seguirono, con il crescere dell'intensità della lotta per Altavilla, Walker fu costretto a impiegare 4 dei 7 battaglioni a sua disposizione: 1/142°, 2/142°, 3/142° e 3/143° RCT (Regimental Combat Team).

Il 2° battaglione del 142° RCT entrò per primo ad Altavilla all'incirca a mezzogiorno dell'11 settembre ed occupò il paese, stabilendo una linea principale di difesa su Quota 424, posizionandovi la compagnia armi pesanti. I tedeschi si erano ritirati circa un'ora prima, lasciando evidenti segni della loro recente presenza.

Nelle prime ore di domenica 12 settembre, il reggimento di granatieri corazzati II/PR-15 avanzò su Quota 424 da est e riuscì ad infiltrarsi tra le posizioni americane. Alle 04:00 circa i tedeschi aprirono il fuoco da tutte le direzioni. Alle 11:00 intervenne anche l'artiglieria tedesca e questo inchiodò i soldati americani nelle proprie buche. Le tre compagnie di fucilieri si ritrovarono isolate l'una dall'altra e il comandante del battaglione (Col. Barron) rimase ucciso mentre cercava di rischierare i suoi uomini. Ci furono anche combattimenti corpo a corpo lungo via Municipio, via Solimene e in altre vie del centro storico, causando anche la morte di alcuni civili colpiti da proiettili vaganti.

Nel corso della notte i tedeschi di infiltrarono anche nel paese e la compagnia armi pesanti del 2/142° ridiscese la collina dirigendosi ad ovest, cercando di raggiungere il torrente La Cosa, mentre il resto del battaglione rimase in trappola.

Alla sera del 12 settembre, dunque, i tedeschi riuscirono a riconquistare Quota 424, seppur con diverse perdite.

Nel frattempo il generale Walker, resosi conto di quanto fosse seria la situazione, ordinò al tenente colonnello Forsyth di mettersi in marcia con il 3/142° per organizzare un tentativo di soccorso. Il suo piano prevedeva di avanzare da Albanella lungo un crinale, avvicinandosi a Quota 424 per soccorrere i superstiti del 2/142°. Nel frattempo al 3/143° RCT venne dato l'ordine di attaccare all'alba Quota 424 da nord, in contemporanea con l'attacco che Forsyth avrebbe lanciato da sud.

Alle 06:00 circa del 13 settembre, il colonnello Martin, comandante del 143° RCT lanciò il suo attacco per riconquistare Altavilla. Dopo una mattinata di aspri combattimenti, sempre sotto il tiro dell'artiglieria tedesca, alle 14:00 circa, gli americani avevano occupato di nuovo il paese ed erano riusciti a mettere in salvo i superstiti del 2/142°, consentendogli di sgomberare oltre il torrente La Cosa.

La situazione Alleata, però, era ancora molto precaria e, verso le 17:00, il II/PR-15 attaccò le posizioni del 3/143°, costringendo il battaglione ad abbandonare la collina. La compagnia K (di cui faceva parte il sergente Kelly) rimase intrappolata in un angolo del paese e fu costretta ad arrendersi la mattina seguente. 

Alla sera del 13 settembre i resti del 142° e il 3/143° erano tutti attestati dietro il torrente La Cosa. Il comandante della 36a Divisione, il gen. Walker, trovandosi sotto forte pressione anche su altri fronti, abbandonò il tentativo di riconquistare Altavilla.

Dopo 3 giorni di scontri durissimi il risultato era che un solo battaglione tedesco aveva affrontato 4 battaglioni statunitensi, avendo la meglio. Un sacrificio che per poco non costò agli Alleati la battaglia.

Il 13 settembre 1943, per gli Alleati, sarà ricordato come il "lunedì nero".

Quella sera, nel quartier generale di Dawley, si respirava un'aria pesante e tesa. Nel momento più critico della giornata, quando il tenente generale della V armata Clark gli aveva chiesto cosa intendesse fare, questi Dawley aveva risposto: "Niente. Non ho riserve. Tutto ciò che posso fare è pregare". Se i tedeschi fossero tornati all'attacco il mattino dopo era altamente probabile che sarebbero riusciti a raggiungere Paestum.

Clark passò la notte valutando l'idea di ritirarsi, ma alla fine la scartò. Sapeva che stavano arrivando dei rinforzi. Dalla Sicilia stava arrivando un reggimento della 82a Divisione Aviotrasportata del generale Ridgway che, in quelle ore, stava per essere paracadutata all'interno del perimetro della testa di ponte.


Alle 21:00 del 13 settembre tutti i cannoni contraerei avevano ricevuto l'ordine di cessare il fuoco e a terra erano stati accesi i segnali d'atterraggio: una grande T, simbolo della 36a Divisione, lunga diverse centinaia di metri, era stata costruita a terra ed evidenziata con delle torce. Il primo lancio andò molto bene, ma il secondo provocò addirittura la discesa di molti uomini oltre le linee nemiche. Ciononostante, a questo punto, Dawley e Walker ebbero modo di disporre di due battaglioni freschi e già temprati al fuoco che furono inviati d'urgenza in linea per fronteggiare un eventuale attacco all'alba.

Alle 04.00 del 14 settembre il 504° Reggimento paracadutisti, comandato dal colonnello Tucker, era pronto ad operare e prese posizione a sud-ovest di Albanella, nei pressi di Matinella.

Gli scontri del 14 e 15 settembre si concentrarono principalmente nella pianura. Fu qui, nel corridoio Sele-Calore, che si combatté la fondamentale “battaglia del ponte bruciato” con cui gli Alleati riuscirono a resistere alla controffensiva tedesca che, per poco, non rischiò di ricacciarli in mare.

Nel frattempo l'VIII armata di Montgomery stava lentamente risalendo la penisola ed era arrivata nei pressi di Sapri, a poco più di 60 km dalle spiagge di Paestum. Inoltre un pattuglia della 36a Divisione, uscita in esplorazione oltre il torrente La Cosa, scoprì che i tedeschi avevano sgombrato il corridoio tra il Sele e il Calore.

Queste informazioni sollevarono il morale dei generali Alleati e gli donarono la fiducia necessaria per sferrare un nuovo attacco al paese arroccato sulla collina.

Il 16 settembre Altavilla fu oggetto di pesanti bombardamenti da parte delle navi Alleate, nel tentativo di stanare i tedeschi. Ma questi non erano tra le case arroccate in collina, nel centro storico, bensì nelle zone immediatamente a ridosso del centro abitato. Questo provocò la morte di molti civili e relativamente pochi militari tedeschi. 

Alle 16:30 del 16 settembre il 1° e il 2° battaglione del 504° RCT avanzarono lentamente verso il nemico, con cui vennero a contatto solo nelle prime ore del giorno dopo nei pressi di Bosco di Albanella. L'avanzata fu rallentata soprattutto a causa dell'intenso fuoco di artiglieria tedesco che costrinse i paracadutisti americani nei loro rifugi per quasi tutta la giornata del 17 settembre.

Sembrava che anche questo ennesimo tentativo di attacco verso Quota 424 stesse fallendo. Dal Quartier Generale Dawley contattò via radio il Colonnello Tucker suggerendogli di ritirare il reggimento verso posizioni arretrate più sicure. "Ritirata un accidenti! Abbiamo preso questa dannata collina e la stiamo mantenendo! Mandatemi un altro battaglione!", fu la risposta. La richiesta fu accettata e il 3° battaglione del 504° Reggimento fu inviato nei pressi di Albanella per proteggere le retrovie dei primi 2 battaglioni.

Verso la sera del 17 settembre il fuoco di artiglieria diminuì fino a cessare del tutto. La mattina dopo, sabato 18 settembre, i primi paracadutisti che entrarono in paese lo trovarono completamente abbandonato dai soldati tedeschi. Durante la notte avevano abbandonato celermente e indisturbate le posizioni, protette dal fuoco di artiglieria. Avendo constatato l'impossibilità di tenere il fronte su tutta la linea, i tedeschi avevano deciso di mantenere il possesso di un importante rilievo come Altavilla fino al momento utile per consentire il passaggio, attraverso il valico di Contursi, sulla Statale 91, del grosso delle forze germaniche che si stavano attestando su una linea difensiva più a nord.

Nel diario del feldmaresciallo Kesselring si legge: “Disposi il 16 settembre l’interruzione della lotta sul fronte costiero”. Infatti il generale Wietinghoff, comandante della X armata tedesca, ordinò la ritirata tedesca alle 17:00 del 17 settembre. 

Alla fine della contesa, quando gli americani salirono su Quota 424, quello che rimaneva sul terreno erano le decine di cadaveri di soldati della 36a Divisione. Alcuni erano lì, ingrossati e anneriti dal sole, da circa 4 giorni. Un lezzo di cadaveri in putrefazione permeava la collina. Molti paracadutisti si sentirono male mentre i medici tedeschi cercavano di soccorrere i propri commilitoni feriti agitando una bandiera bianca e con la fascia della croce rossa bene in vista.

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Ore 18:00 - Ex Tabacchificio a Fiocche di Eboli

Gli scontri nel corridoio Sele-Calore

Il corridoio Sele-Calore e l'ex Tabacchificio furono luoghi in cui si confrontarono duramente mezzi corazzati e artiglierie, americane e tedesche.


Il corridoio Sele-Calore con la congiunzione dei due fiumi a San Cesareo e il possesso del ponte sul fiume Calore, costituirono un punto vitale per la tenuta del fronte e il mantenimento della testa di sbarco, nelle ore in cui la controffensiva tedesca fu più intensa fra il 13 e il 14 settembre 1943.

Il fiume Sele costituiva il confine  naturale fra i due Corpi d’Armata che sbarcarono, quello inglese a nord e quello americano a sud della foce. I fiumi e i corsi d’acqua che attraversano la piana del Sele, sulla quale si svolgerà la battaglia, influiranno non poco sulla manovra delle parti in campo, condizionando in più circostanze l’esito di cruenti scontri. 

Il corridoio Sele-Calore è il terreno compreso fra i due fiumi. Si estende lungo il rettilineo dell’attuale SP 334, sino a giungere all’incrocio con la SP317 e, quindi, a Persano.

I fiumi che bagnano il comune di Albanella, oltre al Sele, il Calore e quello che, all’epoca era indicato sulle carte americane “La Cosa creek”, il torrente La Cosa, condizionarono notevolmente la manovra americana, agevolando quella tedesca. Questi ultimi, si resero conto che la vasta area compresa fra i due fiumi era rimasta sgombra da truppe americane per cui tentarono di incunearsi nelle linee alleate, con un contrattacco che costrinse il Generale Clark a ripiegare al suo posto comando, stabilito a Villa Bellelli, nei pressi di Ponte Barizzo e a pianificare addirittura il reimbarco. Otto carri armati tedeschi e quasi un Battaglione di fanteria giunsero a poco più di un chilometro dal quartier generale americano.

Giù dai primi giorni dello sbarco l'esercito Alleato provò ad impadronirsi del Tabacchificio di Fiocche, poco altre il ponte sul Sele, nel comune di Eboli.

Il primo tentativo, l'11 settembre, fallì perché il 157° RCT non riuscì ad acquisire il controllo né del tabacchificio, né del vicino ponte sul Sele.

Il 12 settembre i tedeschi ricevettero rinforzi ma furono gli americani ad attaccare di nuovo. l'ordine di riprendere il tabacchificio fu dato di nuovo, sempre alla 157° RCT. L'attacco iniziò alle 9:00, proprio mentre le truppe americane entravano a Persano. I carri armati bombardarono il complesso industriale per più di un'ora, mentre la fanteria si spingeva in avanti tra questo e il fiume aprendo il fuoco contro gli edifici da due lati. Quando venne lanciato l'assalto si scoprì che i tedeschi si erano ritirati e così alle 11:30 il tabacchificio fu saldamente in mano agli americani.

Alle 13:00 i tedeschi passarono al contrattacco. Il I/PR-79 avanzò dalla strada proveniente da Eboli e piombò d'impeto sul tabacchificio, cacciando il 157° RCT. A questo punto c'era la concreta possibilità di un nuovo attacco attraverso il ponte in direzione Persano. Per scongiurarlo gli americani avrebbero dovuto riprendere il tabacchificio a qualunque costo.

Alle 16:30 il 157° RCT tornò ad avanzare verso il complesso industriale con un battaglione di mortai chimici che ne schermò il movimento distendendo una cortina di fumo. Alle 17:00 si scoprì che i tedeschi si erano ritirati ancora una volta e gli alleati poterono occupare di nuovo il tabacchificio. 

Il generale Dawley si era impossessato di nuovo di questo punto chiave ma non si era chiesto come mai i tedeschi avessero ceduto così facilmente il controllo di Persano e del tabacchificio. Quindi distribuì i vari battaglioni sui diversi fronti, verso Altavilla per provare a riconquistarla e a nord del Sele per prendere contatti con le truppe britanniche sul Tusciano.

Queste furono le premessa che portarono al "lunedì nero", ovvero il 13 settembre 1943.

Nonostante i tedeschi stessero combattendo strenuamente per mantenere il possesso delle alture, in particolare di Altavilla, questi ritenevano che la battaglia si sarebbe decisa con il controllo dei pontiIl possesso del tabacchificio e del vicino ponte sul fiume Sele era dunque fondamentale per tagliare i rifornimenti e lasciare isolate le truppe americane, così da poterle distruggere facilmente. 

Il massiccio attacco tedesco arrivo da nord in tarda mattinata. Le truppe tedesche avanzarono con carri armati e mezzi corazzati, spingendo gli americani verso est e costringendoli ad indietreggiare la linea della testa di ponte oltre il Calore e La Cosa. Alle 17:00 i tedeschi avevano riconquistato il controllo di tutto il corridoio Sele-Calore.

A questo punto davvero le sorti della battaglia furono incertissime.

Gli americani, seppur in notevole difficoltà, cercarono di raccogliere tutte le forze disponibili ed ogni soldato che potesse essere impegnato nella difesa delle posizioni lungo il fiume Calore.

I carri armati tedeschi andarono più volte su e giù lungo la riva nord del fiume per cercare di trovare un guado per attraversarlo, ma non ci riuscirono e alla fine rinunciarono, rimandando ad un nuovo tentativo il giorno successivo.

Come già scritto, quella sera a Dawley non rimaneva che pregare.

Il mattina seguente, il 14 settembre, l'azione tedesca riprese più a nord, al Bivio Cioffi, invece che al ponte sul Calore. Gli americani riuscirono a respingere questi attacchi. La situazione stava di nuovo volgendo a favore degli Alleati.

L'arrivo dei rinforzi (i paracadutisti della 82a Divisione Aviotrasportata) e la strenua resistenza nella battaglia del Ponte Bruciato ribaltarono definitivamente l'esito della battaglia e di tutta la campagna di sbarco.

Per approfondire: 

Un sito tedesco dove sono dettagliati gli scontri presso il tabacchificio a Fiocche  e la battaglia di Altavilla:

https://www.widdershausen.de/salerno.html?fbclid=IwAR1MOG14paU6Dci9zVZn89bw1WeJhkfCRYLrvzuhfYM3ViArde7AgQ3dbDo 

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Ore 19:00 - Borgo San Cesareo di Albanella

La battaglia del Ponte Bruciato

Il ponte che fu definito dagli Alleati "Ponte Bruciato" era un vecchio ponte di legno, oggi ricostruito in cemento e che fu bruciato dai soldati statunitensi per impedirne l’attraversamento ai tedeschi, che stavano irrompendo nelle linee americane. Il ponte fu fatto saltare con un'esplosione che ne incendiò le componenti in legno, così accreditando la denominazione attribuitagli dagli alleati in burned bridge.

Il punto più debole sulla linea del torrente La Cosa era in prossimità della congiunzione con il fiume Calore, a monte del Ponte Bruciato, in località San Cesareo, ove la vegetazione era costituita da alberi sparsi che si infittivano lungo le rive del Calore. A valle del Ponte Bruciato il fiume Calore confluisce nel Sele.

Alle 04:30 del 14 settembre, il vice-capo di Stato Maggiore, Colonnello Cassidy, svegliò tutto il personale del Comando del VI Corpo d'Armata, che aveva sede nel Tabacchificio a Fiocche, ordinando di impacchettare i materiali e tenersi pronti a ripiegare verso la spiaggia. Sembrava che i tedeschi dovessero sfondare da un momento all'altro. 

Se il contrattacco tedesco avesse sfondato le linee americane in corrispondenza di San Cesareo, le sorti della battaglia avrebbero preso una piega diversa e gli Alleati sarebbero stati costretti a reimbarcarsi.

La notte precedente le truppe americane erano state respinte da Altavilla Silentina, ove la 36^ Divisione era stata costretta alla fuga, lasciando dietro di sé molti morti e prigionieri ma, soprattutto, armi e munizioni su Quota 424. L’arretramento delle linee americane si fermò in corrispondenza del torrente La Cosa.

Nel pomeriggio del 14 settembre i tedeschi avanzarono lungo il rettilineo (all'epoca) polveroso che portava da Persano verso il Ponte Bruciato. Alle 18.30 quindici carri armati nazisti avevano raggiunto la fitta boscaglia cedua sulla sponda settentrionale del Calore.

Ne seguì una cruenta battaglia che, alla fine, vide gli Alleati riuscire ad arginare l'avanzata tedesca all'interno delle linee nemiche. Questa vittoria consentì alla V Armata del Generale Clark e al VI Corpo d’Armata statunitense, di mantenere il possesso della testa di sbarco e, dal 17-18 settembre, con la conquista definitiva di Quota 424 su Altavilla, da parte dei paracadutisti del 504° Reggimento, di stabilizzare la linea del fronte e predisporsi per l’avanzata verso Napoli. 

Nella sola battaglia di ponte bruciato gli americani avevano perso oltre cinquecento uomini. Le artiglierie avevano sparato oltre 4.000 colpi di cannone costringendo i mezzi corazzati tedeschi alla ritirata.

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Approfondimenti e riferimenti

Bibliografia e filmografia

Bibliografia:

Avalanche '43 – Eroi della 36a Divisione di Fanteria "Texas", Glicerio Taurisano, Edizioni Mineia, 2021

Bombe su Altavilla – 1943 – Testimonianze di civili sull’Operation Avalanche, Rosario Messone, D&P Editori, 2013

Fifth Army History – 5 January - 6 October 1943, From Activation to the Fall of Naples, ed. L’Impronta Press, 1945. Tale volume è stato desecretato nel 1955.

La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo (1940-1945), Francesco Mattesini e Alberto Santoni

La Seconda Guerra Mondiale – Salerno nell’occhio del ciclone, Antonio Rossini, Plectica, 2004 

La storia delle vittime. Poesie della resistenza, Alfonso Gatto, ed. “Lo Specchio” Mondadori, 1966

Lo sbarco alleato del 1943 nella piana del Sele, Tonino Masullo, Galzerano Editore, 2016

Lo sbarco anglo-americano a Salerno (settembre 1943), Arturo Carucci, Tip. Iannone, 1948

Lo sbarco degli anglo americani nella penisola italiana – Le operazioni “Baytown” e “Avalanche” – Settembre 1943, Francesco Mattesini, Aprile 2020

Napoli 44, Norman Lewis, Gli Adelphi, 1998

One man’s war, Charles Kelly, The Curtis Publishing Company, 1944

Operation Avalanche – The Salerno Landings 1943, Des Hickey & Gus Smith, McGraw-Hill Book Company, 1984

Operazione Avalanche. Gli Eroi della 36th, Glicerio Taurisano, Mineia Libri, 2018

Primavera di bellezza, Beppe Fenoglio, 1959

Quota 424 – Battaglia per Altavilla Silentina 11-17 settembre 1943, Gerardo Iorio, Poligrafica Palladino, 2003

Registro Atti di Morte, Comune di Albanella, Anno 1943, Parte Il

Salerno – A military fiasco, Eric Morris, Stein and Day publishers New York, 1983

Salerno 1943 – “Operation Avalanche”, Angelo Pesce, 1993

Salerno 1943 – Gli Alleati invadono l’Italia meridionale, Angus Konstan, LEG, 2013

Salerno 1943 – Gli aviatori, le storie, I ritrovamenti dell’Operazione Avalanche, Matteo Pierro, D’amico Editore, 2013

Salerno settembre 1943, Anna Carelli (a cura di), Ripostes, 2007

Salerno to Florence – 9 september 1943 - 8 september 1944, 5th Army Antiaircraft Artillery, Field Press Censor, 1945

Salerno!, Hugh Pond, Pan Books, 1961

Salerno: American Operations From the Beaches to the Volturno (9 September-6 October 1943), Historical Division, War Department, for the American Forces in Action series, 1944

Salerno: i ragazzi del ’43 – La guerra e la memoria, Antonio Palo, Scrittorio Edizioni, 2013

Settembre 1943 – La tragedia delle popolazioni dei Comuni della Valle del Sele e dintorni, Paolo Tesauro Olivieri, Studio P Edizioni, 1979

Slightly Out of Focus, Robert Capa, Modern Library Paperback Edition, 2001

Soldato fino all’ultimo giorno, Albert Kesselring, Libreria Editrice Goriziana, 2012

Storia della Seconda Guerra Mondiale, AA. VV., Rizzoli – Purnell, 1967

Tedeschi, americani e un… prete!!!, Paolo Tesauro Olivieri, 1971

The operations of company “A”, 504th parachute infantry (82D airborne division) in the defence of hill 424 near Altavilla, Italy, 17 september – 19 september 1943, Otto W. Huebner, Advances Infantry Officers Class 1948-1949


Filmografia:

1943 Operation Avalanche – Antologia di tutti i filmati militari alleati dallo sbarco nel Golfo di Salerno alla liberazione di Napoli, Angelo Pesce, Editrice Gaia, 2008
Combat film – Sbarco in Italia. Sbarchi e propaganda nei filmati americani, inglesi e tedeschi, Rai Trade, L’Unità, 2005
Salerno ora X – A walk in the sun, regia di Lewis Milestone, Alberto Peruzzo Editore, 1945

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