DISCORSO COMMEMORATIVO DEL
PARROCO
DON DOMENICO DI
PAOLA
AD UN ANNO DEL TRISTE
EVENTO
17 SETTEMBRE
1944
Questa commemorazione fu pronunciata dal
parroco Don Domenico Di Paola nella chiesa di San Biagio gremita di fedeli commossi
sino alle lacrime il 17 settembre 1944.
Lo stesso testo è stato letto dalla
nostra socia Elda Lettieri nella stessa Chiesa di San Biagio, ancora
gremita di fedeli, in occasione dell'inaugurazione del restaurato organo
settecentesco attribuito
a Silverio
Carelli, il 21 settembre
2013.
Fedeli Carissimi,
è
trascorso ormai un anno da quelle giornate tristi del settembre 1943, in cui
tanto dolore, tanto strazio,
tanto lutto doveva piombare come uragano impetuoso sulla nostra cittadina e
travolgere spietatamente
tante persone care, aprendo così nelle nostre famiglie tanti vuoti che non
potranno essere giammai
colmati.
E’ passato un anno da quando la morte
con la sua falce inesorabile mieteva e strappava al nostro affetto tutte le vittime che ora abbiamo
voluto con cristiana pietà ricordare e suffragare. Sembra ancora in quel triste sedici e
diciassette settembre dell’anno scorso che la morte non dovesse risparmiare nessuno di noi, che ora
siamo qui in questo tempio santo di Dio. Allora non più il timore della morte, che da un momento
all’altro sembrava volesse vibrare su di noi il suo colpo fatale, ci opprimeva e straziava
l’animo, ma il dolore più acuto che feriva il nostro cuore, che persone a noi care dovevano restare
sepolte sotto le macerie senza che uno di noi, ancora superstite, potesse bagnare di lacrime i loro corpi
dilaniati e rendere loro gli ultimi estremi onori. Non occorre elencare ora qui tutte le scene
strazianti di quelle tristi ore; sono ancora troppo vive nella
nostra mente e nel nostro
cuore, specie nel cuore di voi familiari, che tanto avete pianto e che mai
potete dimenticare i vostri
cari così duramente travolti dalla morte. Persone tutte innocenti! Fu è
vero quello uno strazio
troppo forte, una separazione troppo amara, un lutto troppo
funesto.
Solo la cristiana pietà, la cristiana
rassegnazione e il pensiero che il loro sacrificio era stato accetto
a Dio, ci sostenne in quei
momenti.
Solo la nostra fede, che ci addita un
Dio crocifisso e ci ricorda che la nostra patria è il cielo e che nel dolore cristianamente sopportato è
la nostra eterna felicità, ci infuse coraggio e potemmo così sopravvivere a tanta sciagura. Questa
stessa fede in Cristo Signore, che ha santificato e divinizzato il dolore, ci ha chiamato oggi, alla
distanza di un anno, qui in chiesa per rendere un tributo di amore e di cristiano suffragio agli spiriti
immortali dei nostri cari. Siamo anche chiamati dalla voce della riconoscenza che ogni animo ben nato
sente perenne verso coloro a cui fummo uniti dai vincoli del sangue, che un giorno ci hanno
beneficiati col loro esempio cristiano. Siamo stati chiamati dalla voce dell’amore dal forte amore
cristiano, che vive oltre il sepolcro, in una durevole comunione di affetti, con coloro che ci furono più
cari al mondo. L’omaggio più degno che possiamo dare ai nostri cari morti, è la nostra
preghiera.
Preghiamo per i nostri cari defunti. La
preghiera ci fa provare la vicinanza dei nostri defunti fratelli, come si sente nel silenzio il battito
del cuore di un amico che veglia su di noi. Lo spirito immortale dei nostri cari morti aleggia intorno a
noi. Pare di vederli ad uno ad uno, dai più piccoli, ai più anziani, dalle angeliche fanciulle alle
mamme affettuose, dai giovani sereni ai babbi teneri, sono tutti qui dinanzi alla nostra mente e
vorremo dare loro quella vita così tragicamente loro strappata.
Tutti tengo presenti in questo momento e
vorrei ripetere ad uno ad uno i loro indimenticabili nomi se le lacrime non me lo impedissero e se
sapessi di non svegliare in voi maggiore dolore. Ma in alto i nostri cuori ! Attraverso il cinerio
drappo che ricopre il nostro cielo, vi è l’azzurro che ci ragiona di bellezza, di luce, di fiori
immortali. I nostri cari godono quella luce, il loro sacrificio li ha
resi degni del cielo, le
loro anime godono la visione beatifica di Dio e sono per noi tanti angeli
tutelari.
A
noi non resta che il dovere sacro di ricordarli sempre, da vivere quaggiù da
cristiani sinceri, facendo
prevalere la voce della fede alla voce del sangue, accettando con perfetta
sottomissione la volontà di
Dio al duro sacrificio, pensando che la nostra cristiana rassegnazione giova al
riposo eterno dei nostri
cari.
Nel dolore maggiormente dobbiamo vivere
la nostra fede, quella fede, che nutrita dalla speranza, un giorno ci unirà in un gaudio eterno ai
nostri cari nel cielo.
Addio, cari morti, o meglio arrivederci
in cielo. Io vi reco il saluto dei vostri parenti, di tutti i cittadini di Altavilla Silentina un
saluto che è carico di lacrime, di cordoglio, di strazio, di
singulti, di spasimi, di
cruccio indefinito e che compone la più bella corona che vedremo abbracciata
alla croce di Gesù, che
proteggerà le vostre tombe.
Voi vivrete nel nostro pensiero, nel
nostro cuore, oggi, domani, sempre.
Accogli o Gesù pietoso, nel tuo gran
cuore, questi nostri pii suffragi a sollievo di quelle anime e le consola nel fulgore della tua
gloria.
Voi, care anime, che già intravedete la
delizia del paradiso, voi pregate pure per noi. Pregate per il conforto delle nostre famiglie, per la
pace tra gli uomini, che tutti si riconoscano fratelli, cessino per sempre le guerre.
Pregate per la nostra eterna
salvezza.
don Domenico Di
Paola
17 settembre
1944
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