lunedì 30 settembre 2013

Ad un anno dallo Sbarco Alleato Don Domenico Di Paola ricorda le vittime


DISCORSO COMMEMORATIVO DEL PARROCO 
DON DOMENICO DI PAOLA 
AD UN ANNO DEL TRISTE EVENTO
17 SETTEMBRE 1944

Questa commemorazione fu pronunciata dal parroco Don Domenico Di Paola nella chiesa di San Biagio gremita di fedeli commossi sino alle lacrime il 17 settembre 1944.
Lo stesso testo è stato letto dalla nostra socia Elda Lettieri nella stessa Chiesa di San Biagio, ancora gremita di fedeli, in occasione dell'inaugurazione del restaurato organo settecentesco attribuito a Silverio Carelli, il 21 settembre 2013.

Fedeli Carissimi,
è trascorso ormai un anno da quelle giornate tristi del settembre 1943, in cui tanto dolore, tanto strazio, tanto lutto doveva piombare come uragano impetuoso sulla nostra cittadina e travolgere spietatamente tante persone care, aprendo così nelle nostre famiglie tanti vuoti che non potranno essere giammai colmati.
E’ passato un anno da quando la morte con la sua falce inesorabile mieteva e strappava al nostro affetto tutte le vittime che ora abbiamo voluto con cristiana pietà ricordare e suffragare. Sembra ancora in quel triste sedici e diciassette settembre dell’anno scorso che la morte non dovesse risparmiare nessuno di noi, che ora siamo qui in questo tempio santo di Dio. Allora non più il timore della morte, che da un momento all’altro sembrava volesse vibrare su di noi il suo colpo fatale, ci opprimeva e straziava l’animo, ma il dolore più acuto che feriva il nostro cuore, che persone a noi care dovevano restare sepolte sotto le macerie senza che uno di noi, ancora superstite, potesse bagnare di lacrime i loro corpi dilaniati e rendere loro gli ultimi estremi onori. Non occorre elencare ora qui tutte le scene strazianti di quelle tristi ore; sono ancora troppo vive nella nostra mente e nel nostro cuore, specie nel cuore di voi familiari, che tanto avete pianto e che mai potete dimenticare i vostri cari così duramente travolti dalla morte. Persone tutte innocenti! Fu è vero quello uno strazio troppo forte, una separazione troppo amara, un lutto troppo funesto. 
Solo la cristiana pietà, la cristiana rassegnazione e il pensiero che il loro sacrificio era stato accetto a Dio, ci sostenne in quei momenti.
Solo la nostra fede, che ci addita un Dio crocifisso e ci ricorda che la nostra patria è il cielo e che nel dolore cristianamente sopportato è la nostra eterna felicità, ci infuse coraggio e potemmo così sopravvivere a tanta sciagura. Questa stessa fede in Cristo Signore, che ha santificato e divinizzato il dolore, ci ha chiamato oggi, alla distanza di un anno, qui in chiesa per rendere un tributo di amore e di cristiano suffragio agli spiriti immortali dei nostri cari. Siamo anche chiamati dalla voce della riconoscenza che ogni animo ben nato sente perenne verso coloro a cui fummo uniti dai vincoli del sangue, che un giorno ci hanno beneficiati col loro esempio cristiano. Siamo stati chiamati dalla voce dell’amore dal forte amore cristiano, che vive oltre il sepolcro, in una durevole comunione di affetti, con coloro che ci furono più cari al mondo. L’omaggio più degno che possiamo dare ai nostri cari morti, è la nostra preghiera.
Preghiamo per i nostri cari defunti. La preghiera ci fa provare la vicinanza dei nostri defunti fratelli, come si sente nel silenzio il battito del cuore di un amico che veglia su di noi. Lo spirito immortale dei nostri cari morti aleggia intorno a noi. Pare di vederli ad uno ad uno, dai più piccoli, ai più anziani, dalle angeliche fanciulle alle mamme affettuose, dai giovani sereni ai babbi teneri, sono tutti qui dinanzi alla nostra mente e vorremo dare loro quella vita così tragicamente loro strappata.
Tutti tengo presenti in questo momento e vorrei ripetere ad uno ad uno i loro indimenticabili nomi se le lacrime non me lo impedissero e se sapessi di non svegliare in voi maggiore dolore. Ma in alto i nostri cuori ! Attraverso il cinerio drappo che ricopre il nostro cielo, vi è l’azzurro che ci ragiona di bellezza, di luce, di fiori immortali. I nostri cari godono quella luce, il loro sacrificio li ha resi degni del cielo, le loro anime godono la visione beatifica di Dio e sono per noi tanti angeli tutelari.
A noi non resta che il dovere sacro di ricordarli sempre, da vivere quaggiù da cristiani sinceri, facendo prevalere la voce della fede alla voce del sangue, accettando con perfetta sottomissione la volontà di Dio al duro sacrificio, pensando che la nostra cristiana rassegnazione giova al riposo eterno dei nostri cari.
Nel dolore maggiormente dobbiamo vivere la nostra fede, quella fede, che nutrita dalla speranza, un giorno ci unirà in un gaudio eterno ai nostri cari nel cielo.
Addio, cari morti, o meglio arrivederci in cielo. Io vi reco il saluto dei vostri parenti, di tutti i cittadini di Altavilla Silentina un saluto che è carico di lacrime, di cordoglio, di strazio, di singulti, di spasimi, di cruccio indefinito e che compone la più bella corona che vedremo abbracciata alla croce di Gesù, che proteggerà le vostre tombe.
Voi vivrete nel nostro pensiero, nel nostro cuore, oggi, domani, sempre.
Accogli o Gesù pietoso, nel tuo gran cuore, questi nostri pii suffragi a sollievo di quelle anime e le consola nel fulgore della tua gloria. 
Voi, care anime, che già intravedete la delizia del paradiso, voi pregate pure per noi. Pregate per il conforto delle nostre famiglie, per la pace tra gli uomini, che tutti si riconoscano fratelli, cessino per sempre le guerre.
Pregate per la nostra eterna salvezza.
don Domenico Di Paola
17 settembre 1944 

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