giovedì 3 settembre 2009

La riapertura eccezionale della millenaria chiesa di Sant’Egidio dopo ventinove anni di chiusura

di Bruno Di Venuta, presidente dell’associazione L’Auriga Cilento



Il 20 agosto, dalle ore 9.30 alle 12.30, su iniziativa dell’Associazione L’Auriga Cilento, la chiesa di Sant’Egidio, ovvero la chiesa del Santo patrono di Altavilla Silentina chiusa dopo il sisma del 23 novembre 1980, è stata eccezionalmente riaperta al pubblico.

La riapertura ha fatto da cornice al Convegno "I beni culturali di Altavilla Silentina: proposte di recupero del patrimonio storico-architettonico di un borgo medievale dell'entroterra cilentano" che si è tenuto nella serata e al quale hanno partecipato esperti e studiosi locali e provinciali”. L’incontro ha fatto emergere una triste realtà che ha portato alla luce, effettuando una comparazione con foto e documenti storici, gravi ed importanti mancanze nell’arredo interno comunque presenti nel 1983, di alcune chiese altavillesi.

L’edificio fu eretto dai Normanni, gli stessi fondatori della città, di fronte al lato meridionale del castello, attribuito a Roberto il Guiscardo. Fu poi abbattuto nel 1739 e riedificato tra il 1748 e 1756. La chiesa subi gravi danni per gli eventi bellici del 1943. Furono eseguiti lavori di riparazione al tetto e alla volta mmediatamente dopo la guerra, mentre la facciata e l' interno furono restaurati nel 1953-54.

Tantissimi sono stati i visitatori, tanti ricordi sono ritornati nella mente di chi nella chiesa aveva seguito il catechismo e aveva fatto la prima comunione, di chi ha contratto matrimonio…Tanti, soprattutto giovani, sono riusciti a visitare per la prima volta la chiesa di Sant’Egidio che, insieme a quella di San Biagio, rappresenta la storia di tutte le famiglie altavillesi.

Gli altavillesi meno giovani, Luigi Morrone e Arturo Nigro, hanno raccontato le tradizioni e gli aneddoti legati alla chiesa; è stata ricordata la figura di Carmine Egidio Guidone che “regolava” l’orologio posto sul campanile e che fu trovato morto assiderato per il freddo mentre svolgeva la propria attività.

L'ottantenne Arturo Nigro invece ha ricordato come gli altavillesi portassero il proprio asino, mulo o cavallo, quando questo avesse un problema intestinale, presso il santo che dà il nome all’ex parrocchia e facessero compiere al quadrupede tre giri intorno alla chiesa per lenire i dolori che lo assillavano.

Tra i visitatori della badia nullius (così definita perché tradizionalmente di proprietà feudale e non curiale) Nadia Parlante, storico dell’arte ed esperta in artisti locali del Settecento, e l’insegnante elementare Amedeo Cennamo, che hanno raccontato ai presenti la storia della chiesa e le bellezze in esse contenute. Queste ultime, purtroppo, in qualche caso sono scomparse essendo state trafugate da ignoti in questi anni di chiusura durante i quali l’incuria e la mancanza di assidui controlli hanno favorito quei malintenzionati che hanno sottratto agli altavillesi un pezzo della loro storia.

Purtroppo non si è riuscito a smentire l’allora rettore della parrocchia, don Domenico Di Paola, che nel 1983, a seguito dell’ordinanza di chiusura per motivi di sicurezza emessa dal Comune di Altavilla, si era opposto tenacemente al provvedimento in quanto sosteneva che in questo modo la chiesa non sarebbe stata mai più riaperta.

In ventinove anni sono stati eseguiti diversi interventi di ristrutturazione sempre insufficienti per ultimare i lavori ed arrivare alla riapertura della Chiesa. Secondo una stima fatta da un tecnico locale, oggi servirebbero all’incirca 100 mila euro per completare quei lavori (intonaci, pitturazione, pavimento, impianto antintrusione, impianto di illuminazione…) fondamentali per la riapertura dell’edificio.

Le strade da seguire per reperire i fondi necessari sono tante e bisognerebbe individuare subito quelle percorribili evitando così di festeggiare nel 2010 il trentennale della chiusura delle chiese di San Biagio e Sant’Egidio.

Vorrei a tal proposito ricordare una richiesta del compaesano Ciccio Mangino, defunto a luglio di quest’anno, che aveva apposto sul portone della chiesa un biglietto nel quale aveva scritto: “Sant’Egidio d’Altavilla Silentina, sei il patrone, apri questo portone / Voglio pregare all’altare maggiore per ricevere la Santa Comunione. / Mangino Francesco altavillese”

Quanti altavillesi esprimono ancora lo stesso desiderio di Ciccio Mangino?