L’Auriga Cilento è riuscita nell’obiettivo che si era proposta quando l’Italia cominciava a pensare come festeggiare gli ultimi 150 anni di storia. Consapevole che difficilmente nel luogo simbolo delle celebrazioni – Torino – si sarebbero preoccupati di ricordare i problemi che afflissero il Mezzogiorno nel periodo post-unitario e forte della residenza nel capoluogo piemontese di uno dei membri più attivi, da poco presidente, Tiziana Rubano, l’associazione ha spinto affinché la tormentata storia meridionale degli anni successivi al 1861 fosse raccontata lì dove si prevedeva il maggior afflusso di visitatori. Torino, inoltre, non solo fu la prima capitale d’Italia ma anche la città ove vissero i maggiori responsabili dei fatti che portarono al brigantaggio e al massacro compiuto per reprimerlo. Dunque il tutto assume anche un valore simbolico. La mostra, curata dall’instancabile Prof.Giuseppe Melchionda di Serre e finanziata dal Centro Studi Storici di Eboli (Il Saggio) per tramite del direttore Giuseppe Barra è stata ospitata all’interno di “Icone del Risorgimento”, un’esposizione di 300 documenti inediti da Carlo Alberto al brigantaggio meridionale allestita nei prestigiosi locali dell’Associazione Carlo Levi- Fondazione Giorgio Amendola di cui è presidente il lucano Prospero Cerabona. L’inaugurazione, il 9 maggio, si è svolta alla presenza di un nutrito gruppo di persone oltre che di politici piemontesi quali i consiglieri regionali Davide Gariglio e Mauro Laus. “L’Associazione Carlo Levi vuole dare un contributo al dibattito e alle riflessioni sul nostro Risorgimento guardando dalla terza città più meridionale d’Italia. Vogliamo proporre l’Unità in una luce obiettiva, per recuperarla, vera e intera, nella coscienza degli italiani di oggi e di domani, continuando a considerarla un atto fondamentale della storia nazionale, pur con i limiti che accompagnano gli eventi epocali” si legge nell’ultimo numero del periodico della Fondazione e dell’Associazione intitolato “Il Rinnovamento”. E così fra i vari Cavour, Vittorio Emanuele II, Mazzini, Cattaneo, D’Azeglio spuntano anche i nostri Tardio, Nunziante D’Agostino, Carmine Donatelli detto Crocco a rievocare una pagina dolorosissima di quel periodo travagliato che fu il Risorgimento, troppo spesso ricordato come una cavalcata felice di Giuseppe Garibaldi. In attesa di organizzare un convegno proprio con i curatori della parte “meridionale” di questa mostra, venerdì è stata ospite la scrittrice Dora Liguori, autrice di “Quell’amara Unità d’Italia” che ha raccontato il Sud attraverso tre dei suoi libri. L’incontro si è concluso con un vivace dibattito e un buffet offerto dall’associazione.
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